sabato 9 agosto 2014

Right here, right now.

Grande, spettacolare, infinita giornata!
Doveva essere la tappa top (da ssogno...) del tour. Lo è stata.
Ecco il recit du jour.
Stamattina abbondante colazione con i vicini adottivi, scambio di mail, saluti ed abbracci.


È tempo di partire e ci interroghiamo su quale strada seguire; scartata la N196, troppo trafficata e banale, ci restano due alternative: la D757, con meno salite che però non si avvicina mai al mare e la spettacolare D155, poco più di una mulattiera.
Preoccupato per i saliscendi di quest'ultima, vengo rassicurato da Tiano (che trovo somigli in maniera impressionante a Jimmy il Fenomeno) con un fantastico argot: 'Nun ti inquiéta, la ruta grimpa 'n pó me sammarscia bene, sin sussí!!' (ne t'inquietes pas, la route grimpe un peu, mais ça marche bien, sans souci...). Un grande.



E cià resòn: la strada si inerpica dolcemente, senza troppe 'impennate', attraversando verdissimi pascoli per capre (questa zona è tipica per il suo formaggio, il broccio) e lasciando varchi improvvisi per scorci mozzafiato sulla costa.


La cavalcata con la Poderossa è divertente, curve e controcurve con gran pieghe (per quanto ce lo permetta una Vespa...) a velocità assolutamente da crociera; abbiamo tempo e possibilità di percorrerla doucement, arrestandoci ovunque si voglia per sgranchirci le gambe, per fare le foto e, perchè no, per un aperitivo.
Poco prima di Acqua Doria fanno capolino dopo ogni curva strani cartelli stradali: Connessione wifi? Xavier. Uno spuntino? Xavier. Un gelato rinfrescante? Xavier. Hai sete? Non ce l'avevo ma me l'hai fatta venire, Xavier...
E così scopriamo che Xavier è un bel bistrot di montagna, di quelli urfidi che piacciono tanto a noi, con un unico piatto in menù (c'è quel che c'è!), vecchi tavoli di legno levigati da migliaia di anisette, la cuoca brontolona ed il navigato, ruvido titolare.
Che fortunatamente ci prende tanto in simpatia, poichè il nostro copritenda lo fa ridere di gusto (ma proprio un fou rire!) e gli aperitivi ce li fa pagare la metà.
                

Ci spiace non fermarci per mangiare, perchè sono appena le undici e mezza (uno scopone in attesa di pranzo? Xavier.....).

Poco prima di Porticcio, però, sostiamo per una pappa pantagruelica: grazie alla gentile demoiselle dell'ufficio del turismo, scopro che esiste una sorta di cintura nera di cozze&frites e poichè sono due giorni che giancarlo me li chiede, vualà, ci fermiamo da Gaston.
Allontanate i bambini ma soprattutto, se fate questo esperimento a casa, abbiate cura di avere sempre accanto un dietologo: Gianca ha preso cozze con chorizo, peperoni, cipolle ed aglio, mentre io le ho abbinate a pancetta, funghi e salsa chili.



Lo dico subito: abbiamo vinto, ma è stata dura, molto dura, ed alla fine lo gnomo sborone era provato, molto provato...

           

On the road again....burp....


Viste le precedenti esperienze con le città corse, arriviamo ad Ajaccio molto prevenuti.....errore!
Chiaro che la periferia è squallida e piena di anonimi casermoni, ma il centro storico invece testimonia un passato 'colonico', molto accattivante.

         

Visto? Mai dare nulla per scontato, contento di essere stato smentito.


Che si fa ora? È presto per cercare una sistemazione, abbiamo il culo ancora 'fresco' e siamo ancora 'caldi' (nell'accezione live di Madonna) per rouler en Vespà: bon, on y va, direction Cargese e poi si vedrà.

Ci arriviamo un po' 'lunghi', alle sette di sera, cottissimi per l'interminabile, intensissima giornata; inoltre la ricerca della solita sistemazione notturna sauvage è infruttuosa poiché pas de campings da qui a Porto, che dista ancora un'ora di strada...
Ci arrendiamo: stasera pensioncina.
Ne troviamo una veramente graziosa, chiaramente conseillée par le Routard, ad un costo contenuto.

Cena con passeggiata digestiva al porticciolo da cartolina e poi la nanna in un letto vero: tüt n'aut ciulé....


               

Buonanotte a tutti.
Rabadan.

PS: Pagherei qualsiasi cifra per essere qui, adesso.

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