venerdì 9 agosto 2013

Una pietra su lu ditu

E svacco sia!
È l'ultima sera còrsa e quindi riennevaplù, pàdecuà e cuatraltrùc, abbiamo deciso che, dopo il solito, salutare picnic di pranzo, stasera ci permettiamo di sforare con il budget, vualà!!
D'altronde durante la settimana siamo sempre stati ligi e non abbiamo mai dovuto pagare pegno.
Sette giorni sono volati, siamo un po' tristi ma anche felici di rivedere la mamma che, in spiritu, era con noi.
La saudade è forte ma junior riesce a lenirla con ausili dolciari non propriamente isolani....


Bon, si parte: raccogliamo tutta la roba che nel frattempo si è un po' asciugata e la sistemiamo nelle borse, mentre per quella bagnata organizziamo uno stendino roulante, sfruttando le corde elastiche ed i portabagagli. Pès che i singher.....
Ci lasciamo alle spalle Saint Florent e ci lanciamo alla scoperta de 'lu ditu', come i còrsi chiamano l'estremità nord dell'isola, con prima tappa a Nonza, grazioso paesino dominato da torre panoramica.


Riuscite ad indovinare cosa lega la Barbagia alla Corsica? Unite i puntini....



Lungo il 'dito' le coste sono frastagliate e non ci sono molte spiagge, ma le poche presenti sono scenografiche e molto particolari; quella di Nonza è formata da ciottoli neri, sulla cui origine circolano strane storie.


Sembra siano residui della lavorazione di una miniera di amianto, operativa molti anni fa; il mare sembra splendido e la spiaggia molto invitante, ma evitiamo inutili rischi e ci spingiamo ancora più in là a Marina di Giottani.
Dopo la tempesta di stanotte, il mare è ancora grosso e noi si gioca con i cavalloni in attesa dell'ora di pranzo.


Riprendiamo quindi la strada verso nord, che si snoda tortuosa ma regolare fino a Minerbio, dove la qualità del manto stradale peggiora improvvisamente.
In mezzo alle curve cieche, sovente si trovano buche larghe e profonde che farebbero schiantare una moto di grossa cilindrata, figuriamoci una Vespa....
A Pino il sedere di giancarlo chiede pietà o perlomeno una pausa; è l'occasione per fare il pieno di benzina e per gustare l'espresso più buono che abbia mai bevuto in Francia.
Io non mi fidavo ma il gestore ha insistito, sfidandomi: se non mi piace non lo pago.
È talmente buono che ne prendo un altro; lui, facendo il finto offeso, mi svela l'arcano: "Eh, m'sieur, qui siamo in Corsica, NON in Francia!".
Compri, Gaston....


La strada prosegue sempre accidentata ma le viste sono spettacolari e passiamo più tempo ai lati della strada a fare foto che in piega sulla Poderosa.


Ultima attrattiva della giornata, il Mulino di Mattei, l'ultimo sopravvissuto di una serie costruita nel XIX secolo.


Chi mi sa dire la storia di questo mulino (chiede il professor Morandò)?


Ci prova una prima candidata ma fa scena muta ed allora il professore la rimanda al posto in malo modo.
Il ragazzino là in fondo, con la mano alzata, prego.


"Nel 1930 un produttore di liquori, Luigi Napoleone Mattei, l'ha restaurato con l'intento di utilizzarlo per pubblicità (la versione còrsa del toro Osborne iberico...) e da allora è rimasto così: svetta in una posizione molto panoramica."
Bravo, dieci e lode!!

Arriviamo così a Santa Severa, dove ci installiamo nel campeggio locale: è piccolo ma è sicuramente il più grazioso fin qui incontrato; inoltre fan bella mostra di sé le plaquettes del Routard dal 2004 ad oggi: una garanzia!

Per cena restiamo al ristorante del campeggio, una piccola trattoria che stasera, come plat du jour ha lo spada in salsa di limone, pomodoro e zenzero: c'est destin!

Siamo a 27 km da Bastia e domani all'alba prenderemo il traghetto per rientrare; ma questa settimana rimarrà un magnifico, indelebile ricordo: Junior, I think this is the beginning of a beatiful team.....http://m.youtube.com/index?&desktop_uri=%2F


Ci resta il tempo per l'ultima pietra su lu ditu corsu: prosit!

T&J







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